Mediazione familiare

In Italia l’aumento del numero di separazioni che si concludono in modo giudiziale è un dato oggettivo e ormai diffusamente acquisito. In alcune di queste famiglie, il conflitto dà luogo ad un pregiudizio per i minori che solo raramente genera episodi di violenza e maltrattamento fisico. Ciò che molto spesso accade è che invece il bambino/a sia coinvolto strumentalmente nel conflitto coniugale: il suo benessere è infatti apparentemente l’oggetto della contesa, che è invece luogo – ambito privilegiato per infliggere reciproche ferite e umiliazioni. Elevato è il rischio di cronicizzazione e il danno sul minore è direttamente proporzionale al prolungarsi del contenzioso tra i genitori; è ampiamente dimostrato come questa conflittualità influisca negativamente sulla strutturazione della personalità del bambino.

La possibilità di avvalersi di un servizio di Mediazione Familiare è possibile sia in continuità con l’intervento dei Servizi Tutela Minori di ambito territoriale ( a valle di un intervento valutativo per sostenere la famiglia nel processo di riorganizzazione, a monte, come intervento preventivo rispetto all’insorgenza di pregiudizio sul minore) che su accesso spontaneo.

Ciò che contraddistingue la mediazione familiare in contesti coatti è l’adesione da parte dei genitori alla prescrizione dell’autorità giudiziaria ad intraprendere il percorso, la trasparenza rispetto ai contenuti e agli accordi degli incontri di mediazione, l’interconnessione del percorso di mediazione con il sistema giudiziario con cui si rapporta in maniera costante. Per quanto questo tipo di mediazione sia inserita in una cornice che prevede un “controllo” legato agli obiettivi posti dall’inviante, si configura comunque come un intervento d’aiuto/sostegno, caratterizzato da una forte valenza pedagogica volta a stimolare la soggettività e la responsabilità dei beneficiari.

Nel caso in cui la coppia, già separata o in fase di separazione, richieda spontaneamente al Servizio, i criteri di presa in carico e accessibilità differiscono per: la volontarietà da parte dei due genitori ad intraprendere il percorso, la riservatezza rispetto ai contenuti e agli accordi degli incontri di mediazione, l’autonomia del percorso di mediazione dal sistema giudiziario. Il committente è perciò il beneficiario dell’intervento che si caratterizza per i punti sopra citati. Nella mediazione spontanea, non vengono rilasciate relazioni né agli utenti né agli avvocati. 

La peculiarità del Servizio sarà quella di mantenere il bambino al centro dei pensieri dei genitori e degli operatori.

L’intervento sarà modulato in colloqui individuali, di coppia e incontri familiari e, a fianco ai tradizionali interventi di mediazione volti alla negoziazione e riduzione del conflitto, alla individuazione di strategie per una sua soluzione e alla stipula di accordi condivisi, verranno attivati specifici interventi di ascolto dei bambini e di sostegno alla genitorialità.